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Una sirena a Settembre

Una Sirena a Settembre di Maurizio De Giovanni

A Mina Settembre, l’assistente sociale dei Quartieri Spagnoli, spesso sembra che il suo lavoro passi inosservato, o peggio ostacolato dagli abitanti del quartiere che lei ha preso tanto a cuore.

Spesso cerca di aiutare chi si rivolte a lei, ed anche chi non chiede aiuto, andando ben oltre i suoi doveri di assistente sociale e l’orario di lavoro. Senza mai un grazie, senza mai un riconoscimento.

Eppure quando una nota trasmissione televisiva documenta una situazione di degrado ed emarginazione proprio nel quartiere sotto la sua responsabilità, ecco che tutta la popolazione individua in Mina Settembre la colpevole, come se quanto di buono faccia non meriti un ringraziamento, ma un piccolo errore meriti la gogna.

Eppure Mina non ricorda di aver commesso quell’errore, lei sa che non ha lasciato nessuno indietro, che tutte le situazioni che sono state delegate al suo controllo hanno avuto la giusta attenzione. Ed allora cosa racconta la televisione?

Fake news si direbbe, ma le immagini televisive sono potenti e per screditare un’ora di una trasmissione televisiva non bastano settimane di impegno.

La sua credibilità come assistente sociale è in pericolo e con l’aiuto del fidato Domenico “chiamami Mimmo per favore” e del mai rimpianto ex marito PM deve far emergere la verità.

La storia con Mimmo intanto sembra essere arrivata al punto della rivelazione: quei due devono parlarsi, ma questo non sembra proprio il momento adatto.

Gran bel personaggio quello di Mina Settembre, lo scrissi alla prima recensione del libro in cui nacque questo personaggio. Le sue storie sono belle da leggere, piene di umorismo e sempre molto originali.

Un paragrafo significativo per Una sirena a settembre

Susy fissò il cuore di ogni spettatore attraverso l’obiettivo.

– Buonasera a tutti e a tutte dalla vostra Sirena. Il canto oggi è triste, sapete? Triste e doloroso, perché è il canto della morte di ogni speranza. Vi mostreremo il colmo del

degrado, l’orrore della povertà, immagini che indurrebbero alla pietà persino se venissero da lontano: e invece ci giungono da vicino. Troppo vicino. Guardate.

Il tono della prolusione era stato cosí grave che da Casoria a Pozzuoli, passando per Melito e Bagnoli, centinaia di forchette si fermarono a mezz’aria davanti a bocche aperte e congelate nell’attesa.

In video apparve l’inquadratura fissa di una telecamera nascosta. L’angolazione e l’immobilità della ripresa fornivano l’impressione di una videosorveglianza, quindi di una cruda veridicità.

Era uno slargo, forse un cortile. Ingombro di ogni genere di rifiuti, montagne di spazzatura all’interno della quale si intravedevano movimenti di piccola entità, topi o altri animali. Transitò un’enorme blatta. Pareva di percepire l’olezzo della decomposizione. Il ritratto dello squallore.

In campo entrò un cane, spelacchiato e rognoso. Prese a fiutare qua e là. Susy taceva, incrementando la suspense. L’Irpinia fremette di disgusto. Al sopraggiungere del cane, i movimenti sotto la superficie della spazzatura si allontanarono, a testimoniare la scarsa inclinazione dei ratti a fare amicizia. L’animale sembrò trovare qualcosa, non si distingueva bene, poteva essere un tozzo di pane. Parve soddisfatto.

Nel cortile e quindi nell’inquadratura irruppe un bambino. Era lercio, in canottiera e mutandine di un colore marrone che non era certo la tinta originaria. Il Sannio trattenne il respiro, il giuglianese mormorò di pietà.

Il bambino si avvicinò al cane. La voce di Susy spezzò il silenzio, facendo sobbalzare il Cilento al colmo della tensione.

– Questa creatura si chiama Geppino. Ha sette anni, e ha fame. Tanta fame, quanta ne ha il cane randagio. Guardate adesso cosa succede.

La presentazione ufficiale per Una sirena a Settembre

Nella città della Sirena le cose non sono mai come sembrano. Una doppia sfida per Mina Settembre, l’irresistibile assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest.

Accadono due fatti. Due fatti che appaiono chiari, eppure a Mina i conti non tornano. Un’anziana viene scippata, cade e finisce in coma. Sin qui nulla di strano, purtroppo; è la soluzione del caso, il modo in cui arriva, a non convincere. E convince poco pure il secondo episodio, una scena di povertà estrema mandata in onda da una televisione locale: un bambino che si contende del cibo con un cane fra montagne di spazzatura. No, a Mina i conti non tornano proprio. Cosí, con l’aiuto dell’innamoratissimo Mimmo Gammardella, il ginecologo piú bello dell’universo, e a dispetto del suo caustico ex marito, il magistrato Claudio De Carolis, decide di indagare. Solo che deve stare attenta, perché di mezzo, in questa vicenda, ci sono parecchie sirene, e le sirene, si sa, incantano. Per fortuna, a far da guida tra inganni e malintesi, c’è la Signora, straordinario personaggio che attraversa tutto il romanzo, una delle invenzioni piú poetiche nate dalla fantasia di Maurizio de Giovanni.

«Una delle croci che la dottoressa Settembre Gelsomina doveva trasportare in cima al monte era senz’altro il tragitto per arrivare al Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest, dove impavida e sprezzante del pericolo prestava il proprio servizio in qualità di assistente sociale. Il motivo principale era che non aveva le physique du rôle. La realtà era che Mina aveva un’anima e una mente rinchiuse, per un qualche errore di fabbrica o per la divertita perfidia del Celeste Architetto, nell’involucro sbagliato. Passione civile, istanze sociali, un senso della giustizia che rasentava l’ossessione, una determinazione feroce a osteggiare qualsiasi sopruso; e un corpo e un viso di fronte ai quali si scatenavano i piú bassi istinti, e che non accennavano, nonostante il passare degli anni, a sottostare alla legge di gravità.»

Una Sirena a Settembre di Maurizio De Giovanni

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Una Sirena a Settembre Book Cover Una Sirena a Settembre
Maurizio De Giovanni
Fiction
2021
272
Una sirena a Settembre ultima modifica: 2021-11-01T16:05:38+00:00 da admin-Salvatore
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