L’alchimista
L’alchimista di Paulo Coelho è una favola moderna nella scrittura, ma antica, nel senso di storia del mondo, nei contenuti.
In un linguaggio molto semplice eppure capace di catturare il lettore viene raccontata l’ennesima versione del ragazzo povero e semplice, ma dall’animo forte, la mente aperta ed il cuore puro, che conquista il mondo grazie all’onestà intellettuale ed una forza che aiuta chi merita aiuto.
Ma pur nel suo schema già visto la storia è raccontata con parole nuove e con una visione che affascina il lettore per la sua semplicità.
Veramente un buon libro, rilassante, ma che offre grandi spunti di riflessione.
La morale che possiamo trarre da questo libro, un saggio nascosto sotto forma di romanzo, è che credere di essere predestinati non è ne superbia ne ingenuità. Siamo predestinati a fare ciò che dentro di noi vogliamo essere e vogliamo realizzare.
Santiago non sa bene subito cosa vuole e quali sono i suoi obiettivi, ma poco a poco, viaggiando nel mondo e dentro se stesso, scopre che il mondo è casa sua ed a casa sua poteva conoscere il mondo senza muoversi.
Ma muoversi è fondamentale per conoscersi.
— un paragrafo significativo:
La vita è davvero generosa con chi vive la propria Leggenda Personale, pensò il ragazzo. Allora gli sovvenne che doveva recarsi fino a Tarifa e dare un decimo di tutto quanto aveva trovato alla zingara.
Come sono furbi, gli zingari, pensò. Forse perchè andavano sempre in giro.
Ma il vento riprese a soffiare: era il vento di Levante, il vento che veniva dall’Africa.
Non portava l’odore del deserto, ne la minaccia di invasione dei Mori. Portava, invece, un profumo che egli conosceva bene ed il suono di un bacio: che gli si avvicinò pian piano, pian piano fino a posarsi sulle sue labbra.
Il ragazzo sorrise. Era la prima volta che la giovane gli dava un bacio.
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