Prime impressioni su Underworld
Lo so che è sbagliato giudicare un libro prima di averlo finito, ma le domande mi rimbalzano in testa mentre lo leggo e non riesco a concentrarmi.
Sono arrivato a pagina 130 del libro ‘Underworld‘ di Don DeLillo, ho finito il capitolo 6 e ancora non so cosa sto leggendo.
E’ la prima volta che leggo un libro di questo autore e non so se questo Underworld sia un esempio del suo tipico modo di scrivere, ma mi sta mandando parecchio in confusione.
Non che non scriva bene, anzi la ricerca dell’aggettivo giusto e dell’espressione giusta risaltano in ogni rigo che leggo, ma arrivato a questo punto della lettura gradirei sapere cosa sto leggendo, di cosa tratta il libro, dove vuole andare a parare.
Dopo un lungo prologo in cui cerca di descrivere il pathos e l’emozione di assistere ad una storica partita di baseball (tentativo non riuscito), la storia comincia, anzi non comincia, con aneddoti e storielle arrivogliate senza che il tutto segua un filo logico e racconti qualcosa.
Nell’insieme credo dovrebbe descrivere il carattere, la vita e la formazione di Nick, il personaggio su cui è incentrata la storia.
Nella lettura assistiamo ad un cambio netto dell’argomento, del periodo, del momento non solo all’interno dello stesso capitolo o pagina ma addirittura all’interno del paragrafo.
Sembra che la storia sia finita in un frullatore temporale ed emozionale e poi sia stata stampata senza riordinare il filo dei pensieri.
Sono solo a pagina 130 ed il libro è corposo, ma in questo momento mi domando se vale la pena arrivare fino in fondo.
— aggiornamento: leggi la recensione finale di Underworld —
EINAUDI
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