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Nessuno scrive al federale

Nessuno scrive al federale - Andrea Vitali

Il Maresciallo Maccadò sta vivendo un momento molto importante per la sua vita: la sua dolce Maristella è in attesa del primogenito ed Ernesto è molto in ansia.

In ansia è pure il segretario della sezione locale fascista che teme che il Federale venga a conoscenza del suo passato simpatizzante comunista. Non può vedere interrotta la sua carriera nel Partito Fascista per un errore di gioventù. Incarica quindi il procaccia Erminio Fracacci di intercettare la posta destinata al Federale per vedere se qualcuno fa la spia.

Ma il procaccia non ha inteso bene ed intercetta una lettera che il Federale ha scritto al segretario con cui viene incaricato di organizzare la prima befana fascista del paese, togliendo questa tradizione alla parrocchia. Dell’organizzazione viene incaricata Fusagna Carpignati della sezione femminile che prende l’incarico come una missione.

Durante la sua missione Fusagna conosce Miriano Bagnarelli, il nuovo direttore dell’ufficio postale, che si infatua di lei, prima volta dopo che lei ha fatto chiacchierare il paese tante volte con i suoi folli innamoramenti.

Intanto Maristella sembra raggiungere la data del parto proprio il 28 ottobre, nello stesso giorno in cui sarà celebrato l’ anniversario della marcia su Roma. Per Maccadò sarà impossibile assentarsi ai suoi doveri pubblici, ma non vuole neanche perdere il momento della nascita del suo primogenito. Ci sarà un modo per rinviare la nascita, visto che rinviare la festa è impossibile?

Vitali costruisce ancora una volta una storia intrecciata tra i suoi molti personaggi, molto vivace e imprevedibile. Mi piace Vitali e mi piace questo romanzo.

Un paragrafo significativo per Nessuno scrive al federale

Il segretario l’aveva ascoltato occhieggiando un pitale che stava sul pavimento giusto sul confine tra quella specie di cucina e la presumibile zona notte segnalata da una tenda straccia. Vuoto, il pitale, ma con una scura striscia di residuo appena sotto il bordo. Ripassò un paio di volte col pollice il labbro superiore e poi rispose.

«Il posto posso fartelo perdere io come e quando voglio. E in quanto alla galera posso ragionarci sopra.»

Il Fracacci si tirò su i mutandoni perché non erano della sua misura.

«Questo è un ricatto bello e buono», reagì.

Ma lo Scafandro sorrise.

«No», obiettò. «Questo è un favore che fai a me e che potrai riscuotere qualora dovessi avere qualche necessità particolare. In quanto alla parolaccia che hai appena usato, ricatto, ci vorrebbero testimoni per sostenere l’accusa.»

Ma ne vedeva oltre a loro due?

Istintivamente il procaccia diede uno sguardo intorno. Notò anche lui il pitale, l’aveva appoggiato lì non appena aveva sentito bussare.

«No», squittì poi, nessun testimone.

«Ecco», approvò il segretario.

Però, si sentì in obbligo di osservare, c’era sempre la possibilità che qualcuno lo beccasse, per fare quello che gli aveva chiesto si doveva esporre e…

«Non è detto», lo interruppe il segretario. Bastava che lui effettuasse il ritiro della posta in partenza dalle due cassette, quella sita in stazione e quella in via Cavour, protetto dal buio, due, tre ore prima del suo solito.

La presentazione ufficiale per Nessuno scrive al federale

Nessuno scrive al Federale riporta in scena il maresciallo Ernesto Maccadò. Nel paese in cui è stato inviato insieme alla sua Maristella come fossero due marziani, ora si sente sempre più a casa, soprattutto con l’arrivo del primo figlio. Ma Bellano, visto da così vicino, è tutt’altro che un luogo tranquillo. E non è facile scacciare il pensiero che vi regni una certa follia.

Le rive del lago di Como sono punteggiate di paesi e paesini accomodati ai piedi delle montagne dove non succede granché. Tranne a Bellano. Nell’ultimo anno e mezzo circa, il Federale del fascio ha dovuto sostituire già due segretari della sezione locale del partito. Il primo a saltare è stato Bortolo Piazzacampo, detto Tartina, per una vicenda legata alle bizzarrie di un toro chiamato Benito in cui il Tartina si è distinto per insipienza. Il secondo è stato Aurelio Trovatore, che ha deciso di accasarsi in quel di Castellanza preferendo l’amore al destino fatale della patria fascista. Ora ha nominato tale Caio Scafandro, un pezzo d’uomo che usa le mani larghe come badili per far intendere le proprie ragioni. Avrà la forza d’animo, visto che quella fisica non difetta, per mantenere l’incarico? Perché nel passato dello Scafandro qualche fantasma c’è. E più di uno lo sa. Basterebbe una parolina sussurrata all’orecchio del Federale e anche il terzo segretario del fascio di Bellano farebbe la fine dei precedenti. Per questo, lo Scafandro ha preso le sue contromisure senza preoccuparsi di sconfinare in quel territorio dell’illegalità presidiato dalle forze dell’ordine. E lì appunto si trova il maresciallo Ernesto Maccadò. Fresco padre di Rocco, il suo primogenito, la mattina del 20 novembre 1929 il maresciallo scampa per un pelo a una disgrazia per via di un oggetto metallico scaraventato giù in contrada da un potenziale assassino. E chi sarà mai quell’imbecille?

Nessuno scrive al federale - Andrea Vitali

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Nessuno scrive al Federale. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò Book Cover Nessuno scrive al Federale. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò
Andrea Vitali
Fiction
2020
320
Nessuno scrive al federale ultima modifica: 2021-06-06T08:38:18+00:00 da admin-Salvatore
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