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L’ estate fredda

L'estate fredda di Gianrico Carofiglio

Sono anni difficili in Sicilia, lo scontro mafia – forze dell’ordine è teso, le regole non ci sono più, gli scontri armati sono all’ordine del giorno.

Il maresciallo Fenoglio non è il tipo di carabiniere che si butta nella mischia armi in pugno. E’ flemmatico, ragiona, deduce, cerca di capire.

Per questo quando la città si sveglia sconvolta per il rapimento di un bambino, figlio di un boss locale, non crede alla versione ufficiale dell’inizio di una guerra tra bande rivali. Anche se il conflitto mafioso sta screscendo di intensità ancora non si è arrivati al punto di rapire un bambino, azione oltretutto che non si sarebbe rivelata utile a nessuno.

Perciò Fenoglio indaga e cerca una via che vada in direzioni diverse da quelle che troppo superficialmente tutti seguono.

Verrà pian piano a galla la verità, e sarà più facile arrivare a salvare un bambino indifeso, innocente anche se figlio del boss.

Il Maresciallo Fenoglio è un bel personaggio, peccato che Carofiglio ne abbia decretato il pensionamento con La versione di Fenoglio, che non rende giustizia ad un protagonista che poteva avere ancora tante storie da raccontare.

Un paragrafo significativo per L’estate fredda

DOMANDA Noto che nell’elenco delle azioni non è incluso il sequestro del figlio di Grimaldi Nicola.
RISPOSTA Perché io non ho niente a che fare con quest’episodio.
DOMANDA Le faccio notare che la coincidenza temporale fra l’attacco portato da voi contro il clan Grimaldi e il rapimento del figlio del capo di tale clan rende poco credibile l’ipotesi della vostra estraneità a tale grave episodio. La invito a riflettere sulla sua risposta.
RISPOSTA Come lei ha potuto constatare in questi primi verbali, mi sono già autoaccusato di reati per i quali non ero nemmeno sospettato e per i quali – in assenza dei benefici della collaborazione – è previsto l’ergastolo. Sarebbe un comportamento assurdo negare tale episodio, se davvero io e i miei amici ne fossimo responsabili. Non ne trarrei alcun vantaggio e d’altro canto correrei il rischio (ove emergessero da altre fonti elementi a mio carico) di perdere tutti i benefici della collaborazione.
DOMANDA Perché non ci ha detto subito di essere estraneo a quell’episodio?
RISPOSTA Potrei dire che nessuno me lo ha chiesto espressamente, in questi quattro giorni. Ma, certo, sapevo bene che questa era una delle vicende cui eravate e siete piú interessati. Ho scelto di non negare subito, appena giunto davanti a lei, la responsabilità del sequestro del bambino Grimaldi, perché temevo che cominciare in questo modo avrebbe suscitato una istintiva diffidenza nei miei confronti. Ho voluto raccontare subito gli atti piú gravi che ho commesso per mettere in chiaro che la mia decisione di collaborare con la giustizia è netta e irrevocabile, pensando che dopo tali dichiarazioni sarebbe stato piú facile convincervi della mia estraneità al rapimento del bambino.

La presentazione ufficiale per L’estate fredda

Siamo nel 1992, tra maggio e luglio. A Bari, come altrove, sono giorni di fuoco, fra agguati, uccisioni, casi di lupara bianca. Quando arriva la notizia che un bambino, figlio di un capo clan, è stato rapito, il maresciallo Pietro Fenoglio capisce che il punto di non ritorno è stato raggiunto. Adesso potrebbe accadere qualsiasi cosa. Poi, inaspettatamente, il giovane boss che ha scatenato la guerra, e che tutti sospettano del sequestro, decide di collaborare con la giustizia. Nella lunga confessione davanti al magistrato, l’uomo ripercorre la propria avventura criminale in un racconto ipnotico animato da una forza viva e diabolica; da quella potenza letteraria che Gadda attribuiva alla lingua dei verbali. Ma le dichiarazioni del pentito non basteranno a far luce sulla scomparsa del bambino. Per scoprire la verità Fenoglio sarà costretto a inoltrarsi in quel territorio ambiguo dove è piú difficile distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ambientato al tempo delle stragi di Palermo, L’estate fredda offre uno sguardo pauroso sulla natura umana, ma ci regala anche un protagonista di straordinaria, commovente dignità. E, alla fine, un inatteso bagliore di speranza.

«Fenoglio sapeva benissimo che quel caso lo avrebbe ossessionato fino a quando non fossero riusciti a risolverlo. Il problema era: non esisteva nessuna certezza che sarebbero riusciti a risolverlo. Non esiste mai».

L'estate fredda di Gianrico Carofiglio

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L’ estate fredda ultima modifica: 2019-09-20T13:38:38+00:00 da admin-Salvatore
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