Una mutevole verità
Mi è capitato qualche volta di leggere romanzi la cui conclusione sembrava scontata o perlomeno ci si sentiva pienamente padroni della storia e poi il finale sorprendente ideato dall’autore sconvolgeva tutto, rimettendo in discussione ogni convinzione maturata durante la lettura, ed il finale che gettava nuova luce sugli episodi della trama.
Tanto di cappello agli autori che riescono ad ideare trame tanto arzigogolate e sorprendenti.
Purtroppo una mutevole verità non fa assolutamente parte di questo genere di romanzi .
Sin dalle prime pagine, appena delineata la scena del delitto, si sa subito come va a finire, ed ogni singolo episodio descritto conferma l’impressione del finale assai scontato, che puntualmente si verifica.
E visto che si tratta di un poliziesco, sapere già dall’inizio il colpevole, il movente, i complici ed il quadro generale in cui si consuma l’omicidio è un bell’handicap. Ci si può accontentare solo dello stile letterario dell’autore.
Per fortuna leggo nelle ultime pagine del libro che il romanzo è tratto da una storia reale, pertanto è la vita ad avere scarsa fantasia e non l’autore.
Definire la trama banale è poco. Questo romanzo è un copia ed incolla di luoghi comuni, storie già lette, immagini da telefilm trite e ritrite.
Il poliziotto solitario, che si concentra al suono della buona musica, che percepisce nell’ambiente le stonature che ad altri sfuggono, che ha rispetto e riceve rispetto dal malavitoso a cui in passato ha fatto un favore, che a casa non parla del lavoro, che è affezionato alla sua vecchia scassata auto …. quanti altri detective conosciamo con queste caratteristiche ?
Aggiungiamoci il bar malfamato, la bella ragazze che è anche intelligente e l’amore ogni oltre ostacolo ed il campionario è completo.
Carofiglio in questo romanzo cita due volte l’avvocato Guerrieri, il personaggio di tanti suoi bei romanzi, dicendo che lui è un bravo avvocato.
Ci leggo in questo la consapevolezza dell’autore di aver scritto e saper scrivere romanzi migliori di questo, e quasi una scusa per il testo che il lettore ha sottomano, dettato dalle esigenze moderne di una editoria che non sa aspettare e vuole battere il ferro finchè è caldo.
Spero che sia veramente così e, con i tempi giusti, tornare a leggere un bel romanzo dell’Avvocato Guerrieri.
— un paragrafo significativo —
Un criminale può diventare informatore di un carabiniere – o di un poliziotto, o di un finanziere – per tante ragioni, diversissime fra loro. Perché vuole eliminare un avversario in qualche attività illegale; perché, in cambio delle informazioni, chiede che i suoi affari non siano troppo disturbati; a volte per amicizia; a volte solo per il gusto di accusare qualcuno: il gusto dell’infamità, inconfessabile e delizioso.
L’albino era diventato confidente di Fenoglio per gratitudine e rispetto.
— la presentazione ufficiale —
Einaudi
Un buon investigatore deve essere capace di costruire una storia immaginare che cosa è successo prima e dopo il crimine come in un romanzo. Poi costruita la storia deve andare in cerca di ciò che la conferma e la contraddice. Cosí pensa il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio piemontese trapiantato a Bari che si trova a indagare su un omicidio dove tutto appare troppo chiaro fin dallinizio. Non fosse che al principale sospettato su cui si concentra ogni indizio mancava qualsiasi movente per commettere il delitto. In un folgorante romanzo breve Gianrico Carofiglio orchestra una storia perfetta e dà vita a un nuovo personaggio: malinconico e lieve verissimo indimenticabile.
Lo hai letto ? O hai bisogno di qualche informazione in più ?