Tre volte all’alba
E’ lo stesso Baricco nella prefazione a raccontare come è nato questo libro .
Nel precedente Mr Gwyn viene citato un libro completamente inventato intitolato Tre volte all’Alba .
L’amor proprio di Baricco evidentemente non poteva sopportare di aver inventato un libro che non poteva essere letto dai suoi affezionati lettori ed allora dal titolo e dal breve spunto che veniva dato in Mr Gwyn ha tirato fuori un libro vero.
“”– Ti ricordi che libro è?, chiese.
– Sì, si intitola Tre volte all’alba. Un bel libro, breve. Che io mi ricordi la prima parte è molto simile a questo ritratto, forse non è proprio letteralmente uguale, mi sa che è più lunga. Ma alcune frasi potrei giurare che sono identiche. E la scena è quella, i due nell’albergo, non c’è dubbio. “”
Il libro è composto da tre racconti che hanno inizio, in periodi diversi, in uno stesso albergo, vivono il tempo di una notte e si concludono alle prime luci del giorno .
Un personaggio fa da staffetta tra un racconto e l’altro, ma questo non è poi così importante ai fini della storia . Non sono legati i racconti, non parlano di un uomo o di una donna, delle loro vite. Parla di momenti, di decisioni da prendere, di domande non fatte e risposte intimamente segrete.
Un uomo ed una donna si incontrano a tarda sera nella hall dell’albergo, parlano a lungo, si spostano in camera e sempre continuando il loro battibecco raggiungono l’alba ed il momento dell’arrivo della polizia. Perchè cercano l’uomo è un’altra storia.
In albergo arriva una coppia di giovani dai modi strafottenti. Il portiere, esperto conoscitore della varia umanità che sceglie il suo albergo di terz’ordine, si lascia coinvolgere dalla ragazza che si è aggrappata, per chi sa quale vicissitudini, al ragazzo sbagliato. Ma poi siamo sicuri che il portiere abbia saputo valutare bene quella coppia ?
La camera di quell’albergo economico è un posto troppo triste per un tredicenne che ha appena perso la sua famiglia in modo orrendo . La poliziotta ha pietà di lui, ha un suo modo di vedere il mondo ed interpretare il suo mestiere e decide di portarlo via .
Silenziosamente lo fa salire in auto per un lungo viaggio nella notte in cui diventano amici e confidenti. All’alba lei proverà a far conciliare il suo vecchio amore con questo nuovo giovane amico.
— un paragrafo significativo —
Adesso non abbiamo tempo di discuterne. Venga.
Lasci stare. Mi è passata.
Venga, le ho detto.
Perché?
Guardi fuori, è già l’alba.
E allora?
E ora che lei torni a casa a dormire.
Cosa c’entra che ora è, sono mica una bambina.
Non è questione di ore, è una questione di luce.
Che cavolo dice?
E la luce giusta per tornare a casa, è fatta apposta per quello.
La luce?
Non c’è luce migliore per sentirsi puliti. Andiamo.
Non penserà davvero che…
Sì, lo penso. Venga con me.
— la presentazione ufficiale —
Tre storie. Tre incontri. Tre episodi in cui scivolano personaggi che si incrociano, per sfasature temporali, in età diverse, sullo sfondo della hall di un hotel. L’albeggiare che annuncia, per tre volte, l’insistenza di un sentimento.
“Nell’ultimo romanzo che ho scritto, Mr Gwyn, si accenna, a un certo punto, a un piccolo libro scritto da un angloindiano, Akash Narayan, e intitolato Tre volte all’alba. Si tratta naturalmente di un libro immaginario, ma nelle immaginarie vicende là raccontate esso riveste un ruolo tutt’altro che secondario.
Il fatto è che mentre scrivevo quelle pagine mi è venuta voglia di scrivere anche quel piccolo libro, un po’ per dare un lieve e lontano sequel a Mr Gwyn e un po’ per il piacere puro di inseguire una certa idea che avevo in testa. Così, finito Mr Gwyn, mi son messo a scrivere Tre volte all’alba, cosa che ho fatto con grande diletto.
Adesso Tre volte all’alba è scritto e forse non è inutile chiarire che può essere letto da chiunque, anche da coloro che non hanno mai preso in mano Mr Gwyn, perché si tratta di una storia autonoma e compiuta. Ciò non toglie tuttavia che, nella sua prima parte, mantenga ciò che Mr Gwyn prometteva, cioè uno sguardo in più sulla curiosa vicenda di Jasper Gwyn e del suo singolare talento.”
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