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Sono mancato all’affetto dei miei cari

sono mancato all affetto dei miei cari - Andrea Vitali

Sull’ultima frase di questo romanzo mi sono quasi commosso. Da genitore capisco il tormento del protagonista, le sue preoccupazioni per i figli e per cosa lascerà loro dopo la sua morte.

Il protagonista è una persona molto semplice, tutto casa, famiglia e lavoro (una po’ po’ di ferramenta). Onesto, lavoratore, senza vizi ma forse dalla visione della vita un po’ vecchia e limitata.

Perciò quando i figli ambiscono ad una vita diversa da quella del genitore lui non riesce a capire cosa gli ha fatto mancare e subisce i desideri dei figli di progredire ad una vita migliore come un’offesa personale.

Non che i figli abbiano sogni irrazionali ed irrealizzabili.

Alice, la grande, vuole studiare e fare la maestra.

Alberto, prima studente scavezzacollo e poco portato, diventa un perfetto garzone di bottega in ferramenta, ma poi scopre che ci sono lavori che lo attirano di più.

Ercolino, è affamato non solo di cibo ma anche di conoscenza, e vuole conoscere il mondo in un modo che suo padre neanche si è mai immaginato.

Li definiresti figli ingrati?

Ma d’altra parte cosa chiedere di più alla vita se non essere proprietario di una ferramenta importante, avere i soldi necessari per la famiglia, ambire ad una semplice tranquillità? Non è abbastanza per avere l’affetto dei propri cari?

Ma i figli non danno pace al genitore, di carattere e vedute troppo semplici, eppure ogni volta corre in loro soccorso e li aiuta nel solo modo che conosce: pratico e pragmatico, la soluzione sono i valori fondamentali della famiglia e del lavoro.

Ma ogni volta che corre in aiuto sente un piccolo colpo al cuore. Fisico forse, ma sicuramente morale perché non è in grado di capire le aspirazioni e le ribellioni dei figli. Forse la moglie è più in sintonia con loro, ma anche lei non è in grado di capirli fino in fondo e parlare chiaramente con il marito.

Andrea Vitali lascia il suo mondo di Bellano, con i personaggi dai nomi fantasiosi e le beghe di paese e affonda la penna in un romanzo più profondo, raccontando una storia di generazioni a confronto. Come detto mi sono quasi commosso nel finale e basta questo per dire quanto mi sia piaciuto questo libro.

Un paragrafo significativo per Sono mancato all’affetto dei miei cari

E l’Alice?, aveva chiesto lui. L’Alice non la doveva neanche nominare, avevo chiarito, da quel momento in avanti era come se non l’avesse sposata, per non parlare del figlio e di quell’altro in arrivo. Ma almeno sta bene?, aveva chiesto lui. Sí, certo, come no, è felice come una pasqua all’idea di aver sposato un disgraziato che per chissà quanti mesi l’aveva ingannata riempiendola di balle e magari anche di corna, gli aveva risposto l’Alberto.

Comunque, avevo concluso io, siccome il dottore non vuole che ti stanchi, adesso che ti abbiamo detto quello che dovevamo andiamo via. Eravamo partiti non prima di averlo avvisato che il catorcio con cui andava in giro negli ultimi tempi era diventato una scatoletta.

Non si creda però che per il bel sacrificio che avevo fatto qualcuno mi abbia detto grazie. Con mia moglie non potevo prendere l’argomento, sennò tornava fuori con la storia che lei me l’aveva detto che Quell’Anselmo lí, l’Alice invece ogni tanto si metteva a piangere, diceva che era stata sfortunata, che la sua vita era finita e che avrebbe fatto meglio a sposare il maestrino col cappello, e mia moglie a darle corda, predicando che ero stato io a farlo scappare.

Pure l’Alberto, dopo giorni in cui era stato zitto zitto come se avesse chissà che pensieri, un bel pomeriggio mi aveva detto che, fosse stato per lui, non glieli avrebbe pagati i debiti all’Anselmo, l’avrebbe lasciato al suo destino. Ma io l’avevo fatto per salvare la nostra ferramenta, NOSTRA! Lo capiva o no?

La presentazione ufficiale per Sono mancato all’affetto dei miei cari

Orgoglioso proprietario di una ferramenta, un tipo solido, senza grilli per la testa, mai un giorno di vacanza: è l’eroe di questo romanzo. Sembra impossibile che gli sia toccata in sorte una simile progenie. Eppure… Lo spaccato ironico e preciso di una certa società italiana. Una commedia amara che, con garbo, prende in giro un modello maschile ormai sempre piú raro. O almeno si spera.

Provincia lombarda, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta del secolo scorso. Un padre tutto casa e lavoro ripercorre la storia del proprio rapporto con i figli, che non sono venuti esattamente come si aspettava. L’Alice, maestrina frustrata, malinconica e sognante, che rimpiange di non essere andata all’università – manco studiare servisse – ed è incapace di fare l’unica cosa che una donna deve saper fare: la moglie. L’Alberto, che i libri, bisogna rendergliene merito, li ha tenuti a debita distanza, ma in compenso si rivela un ingrato. Infine l’Ercolino, che apre bocca solo per mangiare voracemente, anche se è magro quanto un chiodo; e, pensa tu, a scuola pare sia un genio. Insomma, un disastro, cui si aggiunge una moglie pronta in ogni occasione a difendere quei tre disgraziati. Troppo, davvero troppo, anche per un uomo di ferro come lui.

sono mancato all affetto dei miei cari - Andrea Vitali

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Sono mancato all'affetto dei miei cari Book Cover Sono mancato all'affetto dei miei cari
Andrea Vitali
Fiction
2022
176

Sono mancato all’affetto dei miei cari ultima modifica: 2022-06-05T07:39:11+00:00 da admin-Salvatore
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