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nome d’arte Doris Brilli

nome d'arte Doris BrilliSe avete letto qualcuno dei romanzi di Andrea Vitali conoscerete già il Maresciallo Ernesto Maccadò della stazione dei Regi Carabinieri di Bellano, uno dei personaggi più carismatici che popolano le sue avventure paesane sulle rive del lago di Como.

In questo nuovo romanzo, Nome d’arte Doris Brilli, Vitali ci riporta indietro nel tempo facendoci conoscere le prime avventure di Maccadò a Bellano e come lui e la sua giovane moglie si sono dovuti ambientare ad una nuova vita nel piovoso nord, loro di origini calabresi.

Anche i suoi sottoposti alla stazione devono ancora conoscere il nuovo maresciallo, il suo modo di agire e le sue capacità e visto che a Bellano non succede mai nulla di rilevante (il Maresciallo iniziava anche a preoccuparsi per questo) anche un piccolo fatto di nessuna importanza può diventare un bel banco di esame.

Desolina Berilli, ballerina in Milano con il nome d’arte di Doris Brilli, patisce una piccola disavventura, e viene ordinata ad un soggiorno obbligato presso la dimora dei genitori, con cui è in lite da diversi anni.

L’incarico dei carabinieri di Bellano è prenderla in consegna alla stazione ferroviaria ed accompagnarla al suo domicilio. Il Maresciallo Maccadò si incarica di questa incombenza anche per iniziare a conoscere un po’ meglio l’ambiente in cui si è trovato a lavorare.

Con lo stesso treno arriva in paese l’ingegnere Goloso Alfonso Carità, l’ingegnerino come lo chiama Delmerio Passanò, responsabile del locale cotonificio, assolutamente intenzionato a farne il fidanzato ed prossimo sposo di sua figlia Giannetta

Le due vicende si intrecceranno per una antica tabacchiera decorata, che la figlia Giannetta usa per i suoi medicinali.

Romanzo molto leggero ed incentrato principalmente sui personaggi che sulla trama, ma piacevole da leggere. Un classico libro da leggere sotto l’ombrellone in questa estate che sta finendo.

— un paragrafo significativo —

Seguendo l’esempio di una genovese, la cui vicenda era stata riportata dal «Corriere della Sera» mesi prima, la Berilli aveva tentato una specie di suicidio ingerendo alcune sigarette di marca Macedonia. Emulando la ligure, anche la Berilli aveva lasciato un biglietto sul quale aveva scritto che ambiva «vivere modernamente, sennò la morte!». Ma la quantità di tabacco ingoiato era stata sufficiente solo per provocare una gastrite acuta, tachicardia e mal di testa. Sui motivi che l’avevano spinta al gesto e circa il significato del «vivere modernamente» il Guberti non aveva saputo dare chiarimenti.
Ma tutto ciò era accaduto dopo il mistero che avvolgeva la sua mancata partenza alla volta di Roma, e forse in quel mistero andava cercata la ragione dell’insano gesto.
Stando così le cose, l’appuntato Misfatti non poté fare altro, alla domanda del maresciallo Maccadò, che rispondere: «Non lo so».
«Strano», ribatté il maresciallo.
Strano perché il Misfatti aveva dimostrato fino a quel momento di conoscere vita, morte e miracoli della Berilli in arte Brilli.
E questo poteva significare solo una cosa, cioè che la signorina in qualche modo doveva aver destato le attenzioni dell’Arma.
«O no?» chiese il Maccadò.
«In un certo senso», rispose il Misfatti.
«Mi aggiornerebbe, senza ricamarci troppo intorno?» fu la richiesta del maresciallo.

— la presentazione ufficiale —

a notte del 6 maggio 1928, i carabinieri di Porta Ticinese a Milano fermano due persone per schiamazzi notturni e rissa. Uno è un trentacinquenne, studente universitario provvisto di tesserino da giornalista. Interrogato, snocciola una lista di conoscenze che arriva fino al direttore del «Popolo d’Italia», quel Mussolini fratello di…, per accreditare la sua versione, ovvero che è stato fatto oggetto di adescamento indesiderato. L’altra è una bella ragazza che, naturalmente, sostiene il contrario. Ma amicizie per farsi rispettare non ne ha, e soprattutto non ha con sé i documenti, per cui devono crederle sulla parola circa l’identità e la provenienza: Desolina Berilli, in arte, essendo cantante e ballerina, Doris Brilli, di Bellano. E dunque, la mattina dopo, la ragazza viene scortata al paese natio. Che se ne occupi il nuovo comandante, tale Ernesto Maccadò, giovane maresciallo di origini calabresi giunto sulle sponde del lago di Como da pochi mesi. E lui, il Maccadò, turbato per il clima infausto che ha spento l’allegria sul volto della fresca sposa Maristella, coglie al volo l’occasione per fare il suo mestiere, ignaro delle complicazioni e delle implicazioni che il caso Doris Brilli è potenzialmente in grado di scatenare.
Con Nome d’arte Doris Brilli, Andrea Vitali inaugura una serie di romanzi che hanno per protagonista uno dei personaggi più amati dal pubblico dei suoi lettori, il maresciallo Ernesto Maccadò, presente nelle storie di maggior successo come La signorina Tecla Manzi, Olive comprese, La mamma del sole, Galeotto fu il collier, Quattro sberle benedette, Le belle Cece, A cantare fu il cane, raccontando i suoi esordi alla caserma di Bellano, e il suo faticoso acclimatarsi, non solo per via del tempo meteorologico.

nome d'arte Doris Brilli

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nome d’arte Doris Brilli ultima modifica: 2018-08-20T17:47:41+00:00 da admin-Salvatore
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