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Nella mente dell’ipnotista

nella mente dell ipnotista Lars KeplerHo letto le disavventure di Eric Maria Bark di seguito, ed anche se tra i due romanzi sono passati 5 anni, ho letto le due trame a pochi giorni di distanza.

Come ho già scritto, L’ipnotista per me è stato molto deludente, ma ormai avevo comprato i due libri insieme, ed ho proseguito nonostante tutto con il seguito, Nella mente dell’ipnotista.

Questo secondo romanzo con protagonisti Eric e Joona è migliore del primo, ma ancora non del tutto convincente.

Intanto l’unico personaggio che mi era piaciuto, una personalità ben costruita quella di Joona di L’ipnotista, si è involuto, appiattito e perso mordente e personalità.

Alla fine non ha voluto neanche farsi dire che aveva ragione, frase che durante il primo romanzo è stata la sua firma .

Joona non è neanche più un poliziotto, anche se alla fine svolgerà le indagini al posto della titolare, Margot, che gli attribuisce grande stima e che certamente ha bisogno di aiuto.

Un serial killer sta uccidendo delle donne sole in casa ed invia alla polizia un video con le donne che saranno assassinate da li a pochi minuti.

Troppo poco preavviso per la polizia per giungere sul posto in tempo, sufficiente appena ad arrivare sul luogo del delitto quando il sangue è ancora caldo.

Quello che può fare la polizia è solo individuare il legame tra le vittime, capire come vengano scelte dal maniaco omicida, e cercare di intercettarlo sul luogo del prossimo tentativo di omicidio.

Gli assassini tra l’altro sono piuttosto cruenti e sanguinosi ed in particolar modo il viso di queste donne sfortunate viene orrendamente sfigurato.

Eric, l’ipnotista, è chiamato a dare assistenza psicologica al marito di una delle vittime e viene inspiegabilmente risucchiato nell’operatività delle indagini, ne diventa protagonista, sia in positivo che in negativo.

Anche se la trama ha un fattore sorpresa non indifferente e, già come nel primo romanzo della serie, è apprezzabile l’idea e l’originalità, non riesce da sola a fare un buon libro .

Gli autori (lo pseudonimo Lars Kepler nasconde due coniugi svedesi, Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril) spesso si perdono e aggiungono pagine e dettagli inutili o a cui dimenticano di dare spiegazioni.

Per esempio la fuga dall’ospedale di Joona e la sua presenza al campo rom, con la lotta che poi segue per uscirne incolume, è inspiegabile e senza motivazione se non quella di scrivere una scena alla Chuck Norris .

Se vi regalano il romanzo con le pagine relative a questa parentesi strappate via, non fa nulla, non hanno nulla a che vedere con la storia.

Ed anche il fulcro della vicenda, il predicatore imbrattato, non esiste, o meglio non c’è nessuna spiegazione per cui il colpevole per 3/4 di libro venga indicato con questo soprannome.

Concludendo anche se non posso dire che Nella mente dell’ipnotista sia un brutto romanzo, l’autore non lo citerei tra i miei preferiti.

— un paragrafo significativo —

Erik e Joona s’incamminano in direzione della piazzola quando il biondo si mette sulla loro strada.

«Vogliamo l’affitto», dice.

«Ho già pagato», risponde Erik.

Il pelato grida qualcosa nella roulotte e la vecchia esce sulla soglia sollevando i soldi appena ricevuti. L’uomo agguanta la banconota, sibila qualche parola irritato e le sputa addosso.

«Dobbiamo essere pagati da tutti quelli che sono qui», spiega il biondo lasciando intravedere il tubo di ferro nella mano.

Erik borbotta in segno di assenso e pensa che sia meglio cercare di raggiungere l’auto quando Joona si ferma di colpo.

«Dalle indietro i soldi», dice indicando il pelato.

«La roulotte è mia», risponde il biondo. «Tutto quello che c’è qui è mio, ogni materasso, ogni cazzo di pentola.»

«Non sto parlando con te», ribatte Joona e tossisce.

«Non ne vale la pena», sussurra Erik sentendo il cuore martellare nel petto.

«Abbiamo un cazzo di accordo con loro», grida  il tatuato.

«Erik, siediti in macchina», dice Joona zoppicando verso l’uomo.

«Adesso il prezzo è salito», li informa il biondo.

«Ho ancora qualche soldo», dice Erik mentre prende il portafoglio.

«Non farlo», gli intima Joona.

Erik dà qualche altra banconota al biondo.

«Ne mancano ancora», dice quello.

«Restituisci tutto», gli dice debolmente Joona.

«Sono solo soldi», interviene Erik rapido, prendendo le ultime banconote.

«Non per Crina», dice Joona.

«Correte a casa a nascondervi prima che cambiamo idea», sorride il biondo indicandoli con il tubo di ferro.

— la presentazione ufficiale —

Si chiama Erik Maria Bark ed è l’ipnotista più famoso di Svezia. È a lui che si rivolge la polizia quando un testimone è sotto shock e non parla. Adesso c’è un paziente che ha bisogno di lui: Björn è l’unico a sapere cos’è successo veramente in casa sua, cosa è accaduto a sua moglie, Susanna, e quali siano le tracce che lui stesso ha inavvertitamente cancellato. Sa tutto, ma non riesce a ricordare. E Björn deve ricordare, in fretta. Perché Susanna è solo l’ultima vittima di un killer che sta terrorizzando Stoccolma e che presto colpirà di nuovo. Il killer osserva, assedia. Filma tutto e invia il video alla polizia, come per sfidare le forze dell’ordine. Poi entra in casa, insegue le vittime stanza dopo stanza, e uccide. Perché è la morte in persona, e ha la certezza di essere inafferrabile. Erik Maria Bark è l’unica persona in grado di scovare, nella mente di Björn, degli indizi che permettano di fermare la strage. Quello che Erik non sa è che durante l’ipnosi emergeranno dei dettagli che lo riguardano. Dettagli del suo passato. Dettagli incriminanti. Quello che Erik non sa è che l’unica persona che si fidava di lui, l’unico poliziotto capace di raccogliere la sfida del killer, non può più aiutarlo. Il poliziotto si chiama Joona Linna ed è scomparso nel nulla da un anno. È stato dichiarato morto dalle autorità. E l’ipnotista deve affrontare da solo l’orrore che si annida nella sua stessa mente.

nella mente dell ipnotista Lars Kepler

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Nella mente dell’ipnotista ultima modifica: 2015-04-18T19:29:42+00:00 da admin-Salvatore
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