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L’abbazia dei cento delitti

abbazia dei cento delittiDi Marcello Simoni avevo già letto “Il mercante di libri maledetti” terminandolo con non molta soddisfazione, avendolo trovato in certi passaggi forzato, con una trama saltellante pur di seguire la moda dei gialli medioevali.

Ma almeno una seconda chance non si nega a nessuno ed ho preso in mano L’abbazia dei cento delitti, non con molte aspettative visto che l’ambientazione storica era più o meno la stessa .

Leggendo i primi capitoli ho avuto spesso l’impressione di aver iniziato a leggere da pagina 100 invece che dalla prima, o che avessi saltato il primo romanzo di una serie . I riferimenti a fatti avvenuti era talmente frequente e risultavano così determinanti per capire la situazione che restavo piuttosto spiazzato.  (vengo a sapere solo adesso che in effetti c’è un primo romanzo, L’abbazia dei cento peccati , da cui iniziano le gesta di Rocheblanche)

Poi andando avanti a leggere la matassa si dipana, luoghi, fatti e personaggi vengono collocati ognuno al loro posto, il quadro si completa anche se è stato dipinto a macchia di leopardo .

Alla fine L’abbazia dei cento delitti è un romanzo che cattura l’interesse, il lettore si prende a cuore le sorti dei protagonisti e si arriva piacevolmente all’ultimo capitolo .

Il cavaliere francese Rocheblanche si trova a Ferrara alla ricerca di informazioni su una preziosissima reliquia . Rocheblanche ha due protetti, la giovane Isabeau, che si troverà per tutto il romanzo costretta tra le mura di conventi per la sua protezione ed anche per evitarle guai, ed il giovane e presto innamorato Gualtiero, talentuoso pittore, ricercato per le sue capacità nel creare bellissime miniature .

Oltre che seguire le reliquie di Gesù Cristo Rocheblanche cerca di capire per quale motivo il padre di Gualtiero sia stato impiccato nella pubblica piazza e la madre rinchiusa nelle carceri di Avignone . Chi ha deciso queste punizioni ? Il Marchese d’Este reggente di Ferrara, o il vescovo Guido di Baisio. E di quale reato sono stati accusati e trovati colpevoli senza processo ?

L’abate Andrea, è l’unico riferimento a cui Rocheblanche può affidarsi, anche se spesso dubita di lui, e lo aiuterà nelle situazioni più difficili .

A sconvolgere il già difficile percorso, a Ferrara arriva la peste.

— un paragrafo significativo —

A Gualtiero fu chiesto di attendere davanti alla torre colombaia, insieme a Isabeau. Se avesse potuto scegliere, si sarebbe allontanato per rifugiarsi nel grande carro appartenuto alla sua famiglia. Lo scorse di sbieco, oltre un’arcata che offriva la vista della corte abbaziale, ai margini dello stradello che l’aveva portato a Pomposa. “Solo un mese fa”, pensò, “stavo dentro a quel carro a dipingere il ritratto di mia madre”. Tanto bastò perché una marea di ricordi gli velasse gli occhi di lacrime. Il suo mondo era cambiato al punto da risultargli irriconoscibile. E l’ultima rivelazione, la più sconcertante, gli era stata fatta proprio da Sigismondo, un attimo prima di spirare.

Non sono tuo padre.

Quelle parole gli erano penetrate nel cuore come un dardo.

In principio si era chiesto se le avesse pronunciate in preda al delirio di fronte alla morte. Il rammarico del suo volto, però, lo aveva convinto del contrario.

Ci aveva riflettuto durante la navigazione verso l’abbazia, cullato dal fiume, senza trovare alcun ricordo in grado di sciogliere il dilemma. Nella sua vita c’erano stati soltanto Sigismondo e Sapia. Era certo che si fossero amati e, a dispetto delle loro condizioni
modeste, avessero trascorso una vita felice. Se solo pochi giorni prima gli fosse stato detto che il loro legame si fondava su una menzogna avrebbe reagito con sdegno. Ora, invece, vedeva ogni cosa adombrata da segreti. Segreti sull’arresto della madre. Segreti sulla morte del padre. Segreti sulla sua stessa nascita…

— la presentazione ufficiale —

Ferrara, 1347. Il cavaliere Maynard de Rocheblanche sta indagando sulla truce morte del monaco Facio, collegata alla ricerca di una misteriosa reliquia, nota come Lapis Exilii. Per fare luce sul delitto dovrà accedere alla corte Estense e guadagnarsi la fiducia del marchese Obizzo, signore di Ferrara. Intanto, nella vicina abbazia di Pomposa, l’abate Andrea è costretto a chiedere un ingente prestito per far fronte all’incombere della carestia e ad assistere impotente alla fuga del suo protetto, il giovane miniaturista Gualtiero de’ Bruni, diretto ad Avignone in cerca della madre scomparsa. Senonché, l’inaspettato scoppio della peste ribalterà i piani di tutti, in particolare quelli di Maynard che, ammalatosi e temendo di morire, affiderà il suo prezioso segreto a un’altra persona. Saprà custodirlo come ha saputo fare lui? Saprà proteggerlo dalle brame di chi vuole scoprire quel che deve rimanere nascosto?

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L’abbazia dei cento delitti ultima modifica: 2015-09-10T07:40:12+00:00 da admin-Salvatore
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