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La casa nel bosco

la casa nel bosco

La casa nel bosco è scritta a quattro mani (espressione bruttissima, ma se ne capisce il senso ed è usata dagli stessi autori) da Francesco e Gianrico Carofiglio, fratelli nella vita e nel racconto.

Entrambi scrittori, ammettono di essere stati convinti dagli editori a fare questa esperienza, ma che si ritengono troppo diversi, anche nel modo di scrivere, da poter fare un libro insieme.

Resta quindi il dubbio che sia stato scritto davvero a quattro mani, perchè leggendolo non si riescono a notare grandi differenze di stile letterario tra un capitolo e l’altro, che sono alternativamente scritti dai due fratelli.

Comunque è un bene, perchè è un bello stile letterario, scorrevole e piacevole, quello che ho sempre trovato nei libri di Gianrico. Non so di Francesco, visto che è la prima volta che lo leggo.

«Comunque sia, perché non avremmo dovuto accettare la proposta per il libro?»
«Non lo so. Siamo troppo diversi. Scriviamo in modo troppo diverso. Litigheremo.»
«Molto presto, su questo hai ragione.»
«E poi lo hanno già fatto in tanti, non è neanche un’idea nuova.»
«Cosa, hanno già fatto in tanti?»
«Scrivere un libro come questo. Come l’hanno chiamato? Memoir gastronomico-sentimentale? Dài…»
«L’idea è che sia scritto a quattro mani. Questa sarebbe la novità, ne parlammo in quella riunione.

I due fratelli, nella vita un po’ distanti anche se abitano molto vicini l’uno all’altro, devono passare qualche ora insieme per salvare dalla casa delle vacanze appena venduta gli oggetti più importanti e che desiderano conservare.

E’ un tuffo nella loro infanzia, di quando passavano le estati in quella casa nel bosco, che non è quella dell’omonimo film horror, ma che sembra aver regalato tante avventure ed esperienze ai due ragazzi.

Il tema ricorrente del libro sono gli odori e la cucina. Cosa mangiavamo, cosa sentivamo.

Il tutto però sembra una di quelle pagine facebook, solo più articolata, intitolate noi degli anni 60, degli anni 70, degli anni ’80, dove gli utenti nati in quel periodo fanno a gara a ricordare oggetti ed abitudini del tempo, cose ormai cadute in disuso e che si ricordano con una certa nostalgia.

I giochi, le merende, i rapporti con gli altri. Tutto quello che è stato sembra più bello. Il fatto che siano oggetti e situazioni legate alla giovinezza ormai perduta è certamente la spiegazione più logica a questo effetto nostalgia.

Comunque i due fratelli Carofiglio nel loro libro scritto insieme raccontano di dover scrivere un libro insieme. Scelti gli autori, c’è da scegliere l’argomento e si concentrano quasi per caso sugli odori di una volta.
Alla fine gli odori diventano il cibo di una volta, ed il rapporto stesso con il cibo, tanto che come appendice si trovano 7 ricette di quelle citate nel racconto.

Il racconto sembra autobiografico e sincero. Chi ha o ha avuto l’esperienza di una casa per le vacanze, accogliente intermezzo dell’abitazione vera e propria, riuscirà a capire pienamente le sensazioni ed i ricordi che può scatenare ritornandovi dopo molto tempo e che sono descritte molto bene in questo libro.

— un paragrafo significativo —

Mentre scrivo penso che abbiamo sempre parlato poco, noi due. E questo gioco della memoria mi fa un effetto strano. Siamo diversi, lo siamo sempre stati. Guardo mio fratello guidare, e mi sembra di non sapere nulla di lui. E lui non sa nulla di me.
«Il dopobarba di papà.»
«Che c’entra, non è roba da mangiare.»
«Lo so, ma mi è venuto così. È un odore che ricordo perfettamente, la mattina, prima che uscisse.»
«Allora… il gelsomino, in terrazza, le gardenie.»
«La menta, la salvia, il rosmarino. E quella pianta che se strofinavi le dita sulle foglie ti restava il profumo… com’è che si chiama?»
«La citronella.»
Stiamo andando a chiudere la casa di campagna, prima di consegnare le chiavi al nuovo proprietario. Abbiamo deciso di dare un’ultima occhiata, magari ci prendiamo qualche oggetto, dei libri.
Gli oggetti sono oggetti, le cose restano cose, ce lo siamo detti un sacco di volte, in questi ultimi giorni.
È giusto lasciarli andare via, come andrà via quella casa, non più usata da tempo.

— la presentazione ufficiale —
La casa nel bosco

Rizzoli

“È tutto accaduto più o meno”. È l’incipit di un grande romanzo e peccato sia stato già scritto da Kurt Vonnegut perché sarebbe l’attacco ideale per questa storia. Anzi per queste storie. I due protagonisti – e autori – sono fratelli ma non si frequentano molto forse nemmeno si sopportano molto. Vite diverse caratteri diversi e forse anche qualche lontano rancore lasciati covare sotto la cenere per troppo tempo. Adesso però gli tocca stare insieme almeno per qualche ora: devono dare un’ultima occhiata alla casa di villeggiatura della loro infanzia – la casa nel bosco – prima di consegnare le chiavi al nuovo proprietario. Sembra solo un adempimento banale anche se un po’ triste e invece diventa l’occasione inattesa e sorprendente per un viaggio nella memoria per una riconciliazione per un inventario buffo e struggente di oggetti luoghi odori storie e soprattutto sapori. In una sequenza di dialoghi fulminanti comici e commoventi Gianrico e Francesco Carofiglio (rigorosamente disposti in ordine di anzianità) percorrono il crinale sottile che divide affetto e rivalità divertimento e malinconia nostalgia e disincanto. Un memoir a quattro mani che racconta di amicizie perdute di amori rubati di vecchi fumetti e di torte di ricotta. Un ricettario non solo metaforico dell’infanzia dell’adolescenza e di un’età adulta ancora capace di riservare sorprese. Copia autografata dall’autore.

La casa nel bosco ultima modifica: 2014-07-10T20:04:03+00:00 da admin-Salvatore
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