Il gatto col numero di telefono
Il Maresciallo Vitali è in trasferta, non per lavoro ma in ferie, ospite a Mantova di una parente della moglie.
Questo non gli impedirà di prendere parte attiva e risolutiva ad un indagine dai risvolti internazionali che lo porteranno a risolvere ben due casi di omicidio oltre che smantellare un’organizzazione malavitosa.
Riaccompagnando a casa un gatto smarrito e trovato per caso, Vitali si insospettisce nel trovare l’uscio di casa aperto e dall’assenza della padrona del gatto. Questo lo porterà a collegare il ritrovamento di un corpo senza vita alla signora in questione e poi a collegare lei ad un misterioso traffico di biglietti della lotteria. Continuando a seguire gli esili fili che collegano vicende diverse, Vitali si trova a collaborare con FBI ed antiterrorismo ed investigare su un traffico internazionale.
Come riesce il Maresciallo Vitali a risolvere quasi da solo tutte queste vicende, a collegare fatti e personaggi, a vedere nei dettagli prove fondamentali? Grazie ai suoi infallibili collegamenti mentali, intuizioni straordinarie che lo portano a saltare alle conclusioni.
Solo che un autore capace porterebbe a conoscenza del lettore questi collegamenti mentali, i pensieri del Maresciallo ed in cosa consiste il suo intuito. Invece Antonio Caron si limita a dirci che il Maresciallo ha intuito una cosa e ci porta subito alle conseguenze, senza spiegare il perché ed il come il Maresciallo arrivi a certe conclusioni.
Troppo facile. Non è così che si può scrivere un giallo o una trama poliziesca. Dobbiamo fidarci che l’intuizione esista davvero?
La trama di questo romanzo è strampalata, ma soprattutto non si regge su basi solide. Ogni avanzamento concreto nell’indagine lascia fuori il lettore, che può solo sperare che alla fine l’autore sia in grado di spiegare i pensieri risolutivi del suo Maresciallo, per poi lasciare disattese tutte le domande.
L’autore inoltre più volte ricorre a riassunti delle vicende intercorse fino a quel momento dando il senso di voler spiegare cosa ha scritto, senza che ce ne sia necessità.
L’unica cosa positiva è la descrizione di alcuni tratti di Mantova, ma che farà felice solo i mantovani.
— un paragrafo significativo —
La stiratrice, quella col gatto sbrendolo che se ne andava a zonzo, si stava rivelando rotella d’un ingranaggio che aveva tutta la parvenza d’una organizzazione internazionale di terrorismo. Perfino Lusvardi, forse a sua insaputa, ne faceva parte. Con la sua non comune capacità di deduzione, il maresciallo ci mise poco a collegare i vari elementi. I disegni arrivavano a Montalora occultati con procedimenti chimici che i reparti scientifici erano peraltro riusciti a scoprire. I biglietti venivano poi dati a Lusvardi, non prima – così gli facevano credere – d’essere passati per mani fatate e riti magici.
— la presentazione ufficiale —
Il maresciallo dei Carabinieri Sebastiano Vitale si reca a Mantova in visita ai parenti di sua moglie. Doveva essere una capatina; va poi a finire – come spesso gli capita – che si imbatte in due omicidi che aspettano lui per essere smascherati. L’inverno è gelido e nebbioso; la città assume contorni soffusi che ne esaltano la suggestività. I dintorni svelano realtà nascoste che vanno dalle delizie gastronomiche ad alcuni ambienti della pianura lombardo-veneta ricchi di sfumature e originalità. Una donna è rinvenuta cadavere in un canale. Il delitto porta in una dimora signorile sperduta nella campagna e a una proprietaria d’origine americana che aderisce a una setta religiosa e si circonda di soggetti implicati in un complotto terroristico internazionale. Emergono inoltre personaggi dalle scarpe grosse e il cervello fino che vivono in un mondo a se stante e che si vedono solamente nei giorni di mercato. Affiorano storie che si collegano agli ambienti della prostituzione e ad attività di investimento finanziario che si svolgono di nascosto dal fisco. Fra i protagonisti vi sono uomini dell’Arma, un direttore di periodico locale bene informato, un non vedente venditore di biglietti della lotteria e una signora di nobile lignaggio inorridita dalla corte dei miracoli che grazie alla cognata ha invaso la propria abitazione. Tutto ha inizio da un gatto che è solito gironzolare nelle stradine del centro di Mantova.
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