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Il Dio della colpa

il dio della colpa Michael ConnellyNei processi americani il Giudice è lo stretto controllore delle regole, che si assicura che avvocato difensore ed avvocato della procura non si allontanino troppo dai confini di un processo legale (rispetto e deontologia sono utopia). I componenti della Giuria invece sono il Dio della colpa, coloro che possono decidere sul bene e sul male, dire chi è innocente e chi è colpevole .

Un Dio potente, il cui insindacabile giudizio può liberare l’imputato o spingerlo verso la pena di morte, ma anche molto manipolabile, con ogni tassello che lo compone influenzabile, ingannabile e nei casi più estremi corruttibile .

L’avvocato Mickey Haller affronta i suoi processi impostando la sua difesa sul Dio della colpa e sui suoi difetti e punti deboli e non mi piace .

Se il detective Harry Bosch è ligio, inflessibile e determinato, l’avvocato Haller è infido, gioca con regole e regolamenti ed è anche un po’ incline a piangersi addosso .

Non sembrano personaggi usciti dalla stessa penna .

Certamente un bravo scrittore può partorire due personaggi così differenti, e sulle qualità di scrittura di Connelly non discuto . Il problema è che come lettore non riesco a impersonarmi ed a fare il tifo per questo avvocato da Lincoln .

Una prostituta cliente di Haller, Gloria Dayton per cui nutre un affetto particolare, viene assassinata e viene accusato dell’omicidio il suo magnaccia informatico, che cura il sito di appuntamenti . Andre La Cosse si dichiara innocente ed investigando il team dell’avvocato risale ad un uomo misterioso che seguiva Gloria.

Dal carcere un malavitoso messicano, Hector Arrande Moya, chiede la revisione del suo processo perchè sarebbe stato incastrato da false prove create da Gloria, che adesso non potrà più testimoniare .

I due casi inevitabilmente si incrociano e Haller si trova a dover difendere sia l’accusato dell’omicida, Andre, sia chi poteva avere un movente per ucciderla, Moya .

— un paragrafo significativo —
ATTRAVERSAI L’AULA A TESTA BASSA, incurante della nuova udienza a cui il giudice Leggoe aveva già dato inizio, e mi diressi verso l’uscita, riflettendo sulla storia che La Cosse mi aveva appena raccontato. Insomma, si era rivolto a me dopo l’arresto perché Gloria Dayton gli aveva fatto promettere che, se le fosse successo qualcosa, mi avrebbe contattato, e non perché ero un bravo avvocato. C’era una grande differenza nelle due versioni e in un certo senso l’ultima mi sollevava dal peso che mi aveva oppresso per mesi quando pensavo a Gloria. Ma non potevo fare a meno di chiedermi se il messaggio non contenesse la richiesta implicita di vendicarla o se invece non fosse stato pensato per mettermi in guardia nei confronti di qualche pericolo nascosto. L’alternativa illuminava di una nuova luce tutta la situazione e ora mi rendevo conto che forse Gloria sapeva di essere in pericolo, o forse semplicemente lo temeva.
— la presentazione ufficiale —

Mentre è in un’aula di tribunale, impegnato a difendere un cliente dall’accusa di aggressione, Mickey Haller riceve un messaggio sul cellulare. A mandarglielo è Lorna, la sua segretaria, e il testo è questo: “chiamami subito. Si tratta di un 187”. Il numero, che in California corrisponde al codice dell’omicidio, cattura la sua attenzione. Occuparsi della difesa in un caso di omicidio significa guadagnare un bel mucchio di soldi, e l’eventualità non lo lascia affatto indifferente. Quando poi scopre che la vittima è una sua ex cliente, una prostituta che pensava di aver rimesso sulla retta via, capisce di dover andare fino in fondo. Ben presto scopre che la donna era tornata a Los Angeles e aveva ripreso il suo antico mestiere, e che forse era stato proprio lui a metterla in pericolo. Non sarà un’indagine facile, e a complicarla contribuiranno il senso di colpa e un pressante desiderio di redenzione.
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Il Dio della colpa ultima modifica: 2016-02-07T19:15:06+00:00 da admin-Salvatore
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