Galeotto fu il collier
Una vedova che ha superato la morte del marito gestendo al meglio la sua ditta edile e rifiuta di lasciare le redini al figlio.
Il figlio che dal canto suo vorrebbe comandare, ma non ha voglia di responsabilità. Meglio le avventure romantiche.
Una ragazza che gli fa perdere la testa .
Un eminente chirurgo, influente e geloso della bella e giovane moglie.
Il maresciallo dei Carabinieri e il Segretario comunale a gestire la cosa pubblica.
Questi sono i personaggi principali di galeotto fu il collier, un intreccio di vite umane, pensieri e desideri che si intrecciano quando viene ritrovata una gran quantità di monete d’oro.
Nel borgo di Bellano Andrea Vitali intreccia ancora una volta una commedia degli equivoci, dove ogni personaggio recita la sua parte inconsapevole di quanto le sue azioni interferiscano nella vita degli altri.
Ormai il paese è familiare ai lettori affezionati ed anche se i personaggi sono nuovi si riesce facilmente a collocarli nella vita semplice della comunità.
Un paese che ha i suoi punti di riferimento nel comune e nella caserma dei carabinieri, luoghi delle istituzioni, e nel fornaio o dal barbiere, luoghi di vita vissuta e tramite delle chiacchere di paese.
Ormai ci sono affezionato a Bellano, alle menti fine della gente semplice, ma non per questo ignorante.
Il bello delle storie di Vitali è la caratterizzazione dei personaggi, solitamente descritti da un particolare fisico o comportamentale che ne esplicano l’intera figura.
— un paragrafo significativo —
La voce anonima, quella che rispondeva al numero di telefono 2122, disse: «Pronto» e poi aspettò. Solo dopo la parola d’ordine rispose.
Parlava come i telegrammi.
«Problemi», disse, invece di chiarire come dove e quando, secondo quanto il Cerevelli si aspettava.
«Quali problemi?» «Frontiera troppo calda.» «E allora?» Una scarica di elettricità coprì la risposta.
«Come?» «Necessita rinvio.» «Di quanto?» «Presto per dirlo.» «Quando posso saperlo, quand’è che devo richiamare?» chiese Lidio.
«Settimana prossima.» E, clic!, chiusa la comunicazione.
A Lirica, quella sera, non sfuggì che il figlio aveva qualcosa di diverso rispetto al solito. Succhiava la minestra lentamente, teneva gli occhi bassi.
Che ci fossero problemi col lavoro?
Glielo chiese.
«No», mentì Lidio.
Solo che, cercò di giustificarsi, Eufemia aveva un po’ di febbre, tutto lì.
Lirica evitò di commentare.
Ma se si era già a quel punto, che tre o quattro linee di febbre gettavano suo figlio nella disperazione… E via con la colite.
GALEOTTO FU IL COLLIER – la presentazione ufficiale
Garzanti Libri
Lidio Cerevelli è figlio unico di madre vedova. Un bravo ragazzo, finché alla festa organizzata al Circolo della Vela non arriva Helga: bella, disinibita e abbastanza ubriaca. Lirica, la severa madre di Lidio, abile e ricca imprenditrice dell’edilizia, ha vedute molto diverse. Suo figlio deve trovare una moglie “made in Italy”, una ragazza come si deve. Magari la nipote del professor Eugeo Cerretti, Eufemia, un ottimo partito con un piccolo difetto: è brutta da far venire il mal di pancia solo a guardarla. Ma forse Lidio ha trovato il modo per uscire dalla trappola e realizzare tutti i suoi sogni: durante un sopralluogo per un lavoro di ristrutturazione, in un muro maestro scova un gruzzolo di monete d’oro, nascosto chissà da chi e chissà quando. Intorno a questo quintetto e al tesoro di Lidio, un travolgente coro di comprimari. A cominciare dalle due donne più belle del paese: Olghina, giovane sposa del potente professor Cerretti, che fa innamorare Avano Degiurati, direttore della Banca del Mandamento; e Anita, la moglie del muratore Campesi, di cui si incapriccia Beppe Canizza, il focoso segretario della locale sezione del Partito. E poi l’Os de Mort, di professione “assistente contrario”, cuochi e contrabbandieri, l’astuto prevosto e l’azzimato avvocato. Immancabili, a vigilare e indagare, i carabinieri guidati dal maresciallo Maccadò.
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