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Certe Fortune

Certe fortune - Andrea Vitali

Non possiamo dire che Certe fortune sia una nuova indagine del Maresciallo Maccadò.

Certo il flemmatico maresciallo dei carabinieri di Bellano è il protagonista, ma questa volta lo sconvolgimento che ha portato al paese il toro Benito non può considerarsi una vera indagine. D’altra parte i suoi avversari sono veramente dei pasticcioni ed anche il giovane carabiniere assegnato alla caserma nutre dei sospetti su come siano andate veramente le cose. Anzi è proprio a lui che Maccadò affida una parte sostanziale delle indagini per portare alla luce i veri colpevoli.

Il Maresciallo Maccadò infatti ha tutt’altri pensieri: la sua amata moglie ha avuto un piccolo incidente domestico, niente di grave, ma viene trattenuta in ospedale per precauzione.

E durante la sua degenza, la suora caposala con opportuni ammiccamenti gli fa capire che sua moglie custodisce un prezioso segreto, timorosa di condividerlo troppo presto, ma di cui contenuto il Maresciallo sarà sicuramente felice.

Per questo forse trascura un po’ l’indagine ed il segretario del partito fascista, che ha organizzato una caccia al toro pensando di uscirne come eroe della comunità si sente irriso e trascurato nel suo diritto a vedersi riconosciuti i giusti meriti.

Ma seppura distratta l’attenzione del Maresciallo non può non posarsi su delle piccole incongruenze che gli fanno vedere la storia che taluni raccontano sotto un diverso aspetto.

Andrea Vitali scrive un altro tassello della vita del Maresciallo Maccadò servendosi al meglio dei personaggi con cui anima il piccolo paese di Bellano, sulle rive del lago di Como.

Un paragrafo di Certe Fortune

Chiedere a quei due se sapessero qualcosa di ciò che stava accadendo a Ombriaco: in fin dei conti uno era il segretario del Partito e l’altro il più gran ruffiano che l’ospedale annoverava tra i suoi dipendenti.
Si era avvicinato a piccoli passi.
«Permettete?»
Tono e postura umili, ai due non sfuggì.
Che il maestro volesse chiedere scusa per quelle ignobili venti righe?
Entrambi lo guardarono senza parlare.
«Mi chiedevo», azzardò allora il Crispini, « se lorsignori sanno qualcosa circa un toro che si aggira libero nella frazione di Ombriaco.»
Al Tartina salì un’espressione come se all’improvviso sentisse un odoraccio.
Fu il Cagaia che si prese il disturbo di rispondere.
«No, ma vi posso dire tutto sulla mia vicina cui è morto il gatto.»
Il Crispini comprese l’antifona, fece un passo indietro e chinò appena il capo.
«Vi ringrazio», disse, e se ne andò mentre alle sue spalle salivano le risate dei due.

La presentazione ufficiale di Certe Fortune

La bestia era… era…
Né il Piattola né la moglie riuscirono a trovare le parole giuste per descrivere la sorpresa.
Mai vista una bestia così insomma, così grossa e che emanava un senso di potenza pronta a esplodere.
«D’altronde si chiama Benito», riassunse il bergamasco con l’intento di spiegare tutto.
Milleduecento chili di peso, centosettanta centimetri al garrese.
Ma fosse stato solo quello!

Alle prime ore del 5 luglio 1928, come concordato, Gustavo Morcamazza, sensale di bestiame, si presenta a casa Piattola. Il Mario e la Marinata, marito e moglie, non avrebbero scommesso un centesimo sulla sua puntualità. Invece il Morcamazza è arrivato in quel di Ombriaco, frazione di Bellano, preciso come una disgrazia, portando sull’autocarro il toro promesso e due maiali, che non c’entrano niente ma già che era di strada… Il toro serve alla Marinata, che da qualche anno ha messo in piedi un bel giro intorno alla monta taurina: lei noleggia il toro e poi lucra sulla monta delle vacche dei vicini e sulle precedenze, perché, si sa, le prime della lista sfruttano il meglio del seme. Ma con un toro così non ci sarebbero problemi di sorta. Se non lo si ferma a bastonate è capace di ingravidare anche i muri della stalla. Almeno così lo spaccia il Morcamazza, che ha gioco facile, perché la bestia è imponente. Ma attenzione: se un animale del genere dovesse scappare, ce ne sarebbe per terrorizzare l’intero paese, chiamare i carabinieri, o solleticare il protagonismo del capo locale del Partito, tale Tartina, che certe occasioni per dimostrare di saper governare l’ordine pubblico meglio della benemerita le fiuta come un cane da tartufo. E infatti… 

Con Certe fortune torna sulla scena allestita da Andrea Vitali il maresciallo Ernesto Maccadò. Già alle prese con gli strani svenimenti della moglie Maristella, che fatica ad ambientarsi, il maresciallo deve anche destreggiarsi tra la monta taurina, la prossima inaugurazione del nuovo tiro a segno e un turista tedesco chiuso a chiave nel cesso del battello: quanto basta per impegnare a fondo la pazienza e la tenuta di nervi perfino di un santo.

Certe fortune - Andrea Vitali

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Certe Fortune ultima modifica: 2019-05-27T07:31:07+00:00 da admin-Salvatore
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