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Buchi nella sabbia

buchi nella sabbiaQuesto nuovo romanzo di Marco Malvaldi viene presentato come storico, e ci siamo, e come omaggio al poeta Ernesto Ragazzoni, come potete leggere nella presentazione ufficiale a fondo pagina.

Si, il titolo Buchi nella sabbia richiama un’opera di Ragazzoni e lui stesso è uno dei protagonisti principali di questo piccolo giallo, ma i veri protagonisti di sfondo di questo libro sono l’opera e il contesto storico .

Il periodo è il primo novecento (1901 per l’esattezza) nei primi anni del contestato regno di Vittorio Emanuele III, e il luogo è la Toscana anarchica di Carrara e di Pisa, dove il Re non era certo benvoluto ed il fermento politico era più acceso che altrove .

La storia si svolge al Teatro Nuovo di Pisa dove in onore del Re viene allestita la rappresentazione della Tosca con nomi di eccellenza dell’opera nazionale.

La Tosca, con i soldati del regno che uccidono il protagonista, uomo del popolo, non è certo l’opera più adatta da presentare al Re in terra di anarchici ed i Reali Carabinieri, corpo scelto a protezione del Sovrano, sono chiamati a garantire la sicurezza .

Gli anarchici vogliono soffiare su questa piccola fiammella, sperando di iniziare una sollevazione popolare, e organizzano un piano, complici gli attori, per mettere in cattiva luce il Re: nella finzione dell’opera in cui il pittore Cavaradossi deve morire, fingono di farlo morire veramente, per scandalizzare il pubblico, ma alla fine la morte è reale e non di Cavaradossi ma di Ruggero, il tenore che lo interpreta.

Un omicidio sul palcoscenico dunque, durante la prima, e il Tenente dei Regi Carabinieri Pellerey  è chiamato ad indagare prontamente.

Mentre seguiamo le indagini che ci condurranno all’assassino, Malvaldi ci parla della curiosa esistenza di Ragazzoni ma ci racconta molto anche delle curiosità dell’opera, sapendo che si tratta di un mondo di elite, aperto a pochi, ma che nasconde aneddoti che possono interessare tutti e perchè no, avvicinarci all’opera, vanto italico poco seguito .

Malvaldi ci diverte anche giocando con l’evoluzione della lingua, l’uso di termini e modi di dire (e di fare) desueti e sottolineando come l’educazione e l’onore sono concetti che forse noi abbiamo un po’ perso nel nostro progredire .

Buchi nella sabbia è un romanzo che si legge bene, curioso, istruttivo, conforme a quanto già abbiamo letto di Malvaldi e quindi molto apprezzato dai suoi fan.

— un paragrafo significativo —

– Ah, dunque avrei mentito anche io?

Il tenente, internamente, sorrise. Se lo era tenuto per ultimo apposta, l’antipaticissimo maestro d’armi.

– Voi più di tutti, signor Corradini –. Il tenente Pellerey estrasse dalla cartella un foglio di carta e cominciò a leggere. – Leggo da verbale: Domanda: Ha tenuto d’occhio le armi dopo averle caricate? Risposta: Certo. Domanda: Senza mai distoglierlo? Risposta: Certo. Domanda: Ne è sicuro? Risposta: Signor tenente, è il mio lavoro.

– Confermo quanto ho detto.

– Signor Ragazzoni, avete nulla da eccepire a quanto detto dal signor Corradini?

Qui, tocca chiedere perdono al lettore. Prima, era stato affermato che nessuno nella stanza era tranquillo; sarebbe stato molto più preciso dire che nessuno era tranquillo a parte Ernesto Ragazzoni, che sedeva stravaccato sulla seggiola all’estrema sinistra, la caviglia destra sul ginocchio sinistro e l’emisfero destro temporaneamente sottomesso all’emisfero sinistro.

– Nulla, assolutamente – si riprese il Ragazzoni. – Il signor Corradini era in grado di tenere lo sguardo fisso sui fucili, a patto che avesse un periscopio. L’ho visto allontanarsi coi miei occhi dalla sua postazione al momento in cui Tosca…

La sedia su cui era seduto il Corradini si ribaltò, in conseguenza del principio di conservazione della quantità di moto e del fatto che il Corradini era scattato in piedi. Siccome non esiste un principio della conservazione dell’intensità di colore, però, la sedia era rimasta di un tranquillo e affidabile tono di mogano, nonostante il viso del maestro d’armi fosse diventato color rosso pompeiano.

— la presentazione ufficiale —

Ernesto Ragazzoni avrebbe voluto che sulla propria tomba fosse scritto: «D’essere stato vivo non gli importa». Poeta dei buchi nella sabbia e delle «pagine invisibilissime», dell’arte giullaresca realizzata nella vita fuori dal testo, è in un certo senso il testimone di questo «dramma giocoso in tre atti». Come grottesco contrappasso, accanto a lui, bohémien anarchicheggiante e antimilitarista, agirà come in duetto un rigido ufficiale dei regi carabinieri.
Siamo nel 1901, tempo di attentati (il re Umberto è stato appena ucciso), e a Pisa, terra di anarchia. Al Teatro Nuovo si aspetta il nuovo re, per una rappresentazione della Tosca di Giacomo Puccini. Le autorità sono in ansia: il tenore della compagnia «Arcadia Nomade», i cavatori di marmo carrarini convocati per alcuni lavori, gli stessi tecnici del teatro, sono tutti internazionalisti e quindi sospetti. E nell’ottusa paranoia dei tutori dell’ordine, perfino il compositore, il grande Puccini, è da temere tra i sovversivi. A scombinare ancor di più le carte è l’intervento di quello stravagante di Ragazzoni, redattore del giornale «La Stampa».
Fatalmente l’omicidio avviene, proprio sul palcoscenico al culmine del melodramma, e non resta che scoprire se sia un complotto reazionario o un atto dimostrativo di rivoluzionari. O un banale assassinio.
Pieno di movimento, divertito come un teatro da boulevard, ma dissacrante della stupidità autoritaria, omaggio a un grande poeta, e soprattutto all’opera lirica, questo romanzo dipinge, alla maniera di Marco Malvaldi, una trama criminale con i colori del comico, del malinconico, della satira impegnata, in una fedele ricostruzione d’ambiente.

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Buchi nella sabbia ultima modifica: 2016-01-06T20:52:19+00:00 da admin-Salvatore
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