L’uomo che visse un giorno
Ho da poco letto ‘La forza del destino‘ di Marco Vichi, mio primo libro di questo autore. Adesso ho finito di leggere ‘‘L’uomo che visse un giorno‘ di Nesser, mio primo libro di questo autore .
I due scritti sono molto simili per atmosfera, carattere dei personaggi e per il gesto con cui i due commissari decidono di aiutare una giustizia distratta.
I personaggi dei due commissari poi sembrano quasi ricalcati, quasi fossero la stessa persona che svolge le sue indagini in stati diversi.
L’uomo che visse un giorno è un giallo dalle atmosfere noir, un po’ difficile da leggere all’inizio. La trama non è complicata, ma non è agevole riuscire a seguire individualmente i vari personaggi perchè la narrazione corre spedita ai fatti da raccontare, ai dialoghi senza nessun preambolo per spiegare l’ambiente, gli attori e le circostanze.
Andando avanti nel testo però si impara a distinguere i personaggi, ma anche la storia diventa più scorrevole.
Il protagonista del titolo ha avuto una vita travagliata. Fuggito di casa da un padre manesco ancora adolescente, dal carattere solitario e ribelle, piace alle donne, cui non risparmia dosi di violenza domestica. E’ comunque un ragazzo con delle idee, nella sua testa comunque deviata, e può riuscire a distinguersi nella vita.
Prima grazie allo sport in cui diventa un apprezzato campione di podismo prima di venire squalificato per doping, poi nel lavoro dove dimostra acume inventandosi un allevamento di galline ovifere gestito con sistemi moderni.
La sua carriera imprenditoriale si interrompe quando viene accusato dell’omicidio della sua ultima compagna, per cui viene condannato a dodici anni di carcere.
Uscito riprende la sua attività per qualche anno, fino a quando non viene nuovamente accusato di omicidio di una compagna occasionale e condannato a scontare altri dodici anni di carcere .
Tutto questo lo veniamo a sapere durante le indagini che la polizia svolge, inizialmente controvoglia, per venira a capo della sua morte, avvenuta il giorno stesso della sua seconda scarcerazione con una macabra decapitazione .
Un giorno di vita, appunto, dopo la vita passata in carcere.
— un paragrafo significativo —
<Quello che si può dire sulla causa del decesso è che deve essere nella testa.
<Nella testa ?> chiese Rooth.
<Nella testa, si> disseMeusse e, per chiarire meglio, indicò il proprio cranio pelato. <Possono avergli sparato in testa oppure può essere stato ammazzato con quell’accetta, o qualsiasi altra cosa …Causa della morte: un colpo violento alla testa. A parte le mutilazioni e la putrefazione, il corpo è intatto … Si, ovviamente non tengo conto di certi effetti secondari determinati dall’azione di volpi e cornacchie, che sono riuscite a raggiungere un paio di punti. Ma nemmeno loro hanno fatto grandi danni. Si potrebbe dire che il tappeto e l’acqua del fosso l’abbiano come imbalsamato.
— presentazione ufficiale —
L’uomo che visse un giorno
24 agosto 1993: un uomo esce dal carcere. Erano dodici anni che non metteva piede fuori di quelle mura. Afferra la sua valigia e comincia a muoversi. È il suo primo giorno e anche l’ultimo. Otto mesi dopo durante una gita in campagna una bambina di una scuola elementare ritrova il corpo di un uomo senza testa senza mani senza piedi. Da questo indizio parte l’indagine del commissario Van Veeteren che scava fino nei meandri della vita di un uomo qualunque nella sua solitudine nel suo passato.
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