Il ritorno del Principe del Magistrato antimafia Roberto Scarpinato in download gratuito
Saverio Lodato è un giornalista italiano che tratta spesso il fenomeno della mafia sia per i giornali che per i suoi saggi di approfondimento.
Roberto Scarpinato è un magistrato, attualmente Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo.
Insieme, nel 2008, hanno scritto Il ritorno del Principe, la testimonianza di un magistrato in prima linea contro la mafia che racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi.
Del libro Marco Travaglio ha detto: “In un altro paese susciterebbe polemiche e dibattiti furibondi, invece è stato subito avvolto da una coltre di imbarazzato silenzio“.
Recentemente Scarpinato è stato oggetto di intimidazioni, poco velate minacce alla sua sicurezza, con sospetti anche verso le persone che lavorano a stretto contatto con lui, visto che le immagini delle telecamere di sorveglianza del palazzo di giustizia sono state manipolate e le immagini relative ai gesti intimidatori sono state cancellate.
Per questo motivo Chiarelettere, l’editore del libro, ha lanciato una campagna di solidarietà sotto l’hashtag #UnClickControLaMafia che vi invito a diffondere sui vostri profili social e la possibilità di scaricare gratuitamente il libro Il ritorno del principe da venerdì 10 a domenica 12 ottobre .
Il formato PDF può essere scaricato da questo link del sito illibraio.it
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E’ una buona occasione per una lettura seria, di approfondimento per conoscere meglio la realtà sociale italiana.
— un paragrafo significativo —
Il 1° febbraio 1893 viene assassinato da sicari mafiosi Emanuele Notarbartolo di San Giovanni, esponente della destra storica e uomo di grande dirittura morale, già sindaco di Palermo e poi direttore generale del Banco di Sicilia. Il mandante dell’omicidio viene individuato nell’onorevole
Palizzolo, entrato in conflitto con il Notarbartolo perché questi aveva intrapreso un’opera di moralizzazione nella gestione del Banco di Sicilia che rischiava di colpire al cuore molti interessi illegali. Il caso, per il suo scalpore, solleva molta della polvere nascosta sotto il tappeto del
salotto buono della borghesia nazionale, costretta a prendere atto che la mafia non è solo questione di bassa macelleria criminale opera di loschi figuri appartenenti alle classi infime.
I giornali, uno per tutti «La Domenica del Corriere», scoprono infatti che:
La mafia è terribile e in pieno rigoglio, e a essa appartengono non solo oziosi e viziosi, ma persone delle classi superiori, titolati, alti papaveri, uomini che per censo ed educazione avrebbero il dovere di essere almeno galantuomini. Contro costoro il Notarbartolo, che aveva del fegato, erasi levato spietato. E perciò venne soppresso.
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