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Il dio del deserto

Il Dio del deserto

Taita è bello, dal fisico bello ed asciutto. Scattante, atletico, robusto e resistente alla fatica .

Taita è intelligente, acculturato, dal pensiero sveglio e dalle decisioni rapide. Se leggete un trattato di economia, di tecnica della guerra, di geografia di animali o fiori o balli ed è straordinariamente accurato, allora lo ha scritto Taita.

Taita sa trattare con le persone, con il Faraone, con il monarca di Creta, con i banditi del deserto e con gli schiavi trova sempre le parole giuste per comunicare con loro .

Taita canta e la sua voce ipnotizza la folla. E naturalmente canta le sue canzoni, sopraffino cantautore.

Taita balla ed incanta il pubblico con le sue sensuali movenze.

Taita ha più di cento anni, ma ne dimostra 50 e portati bene .

Taita ha una mira infallibile con il suo arco che nessun altro al mondo riuscirebbe a tendere.

Taita è un abile navigante, pur non avendo mai visto prima il mare .

Taita è un valido nuotatore, in un popolo che non sa nuotare .

Taita parla tutte le lingue civili, ed impara perfettamente una nuova lingua in poche settimane, senza accento e con le sfumature tipiche di un madrelingua .

Taita è un abile cavallerizzo, unico tra il suo popolo a gradire montare a cavallo e ha creato il primo gruppo dell’esercito egiziano a cavallo .

Taita era uno schiavo, ma adesso parla in nome del Faraone.

Taita che fu evirato quando era ancora schiavo, pur non avendo mai conosciuto il corpo femminile, è un abile amatore ed un uomo che affascina le donne.

Taita è uno storico, geografo, letterato, musicista, artista, cartografo, artista, chimico, scienziato, astrofisico, astrologo e teologo.

Taita è il Dio del deserto e il più grande vanitoso mai apparso in un romanzo .

Avevamo già conosciuto le grandi qualità di Taita nei romanzi precedenti di Wilbur Smith dedicati all’antico egitto, ma qui si esagera.

Taita è praticamente in consigliere preferito del faraone Tamose e come lui ha a cuore il futuro dell’egitto. In quel periodo la situazione non è florida. Cacciati in un angolo del vecchio egitto dal predominio guerriero degli odiati hyksos e di conseguenza in grave crisi economica, Taita decide il tutto per tutto .

Ha bisogno di denaro per dare un nuovo slancio alla guerra e soprattutto di alleati, con cui impegnare gli hyksos anche dal nord, dalle coste meridionali del mar mediterraneo .

Il piano è trovare entrambe le cose attraverso il monarca di Creta, ricchissimo e potente.

Ma se già comunicare con posti tanto lontani era difficile, addirittura spostarsi con un intero esercito e due giovani principesse da portare in sposa al re, quale pegno di alleanza, diventa un’avventura. Ci sono barriere fisiche, montagne, mari e deserti da superare, e culturali, visto che nessuno dei popoli che incontreranno ha conosciuto la educata civiltà degli egizi.

Ma Taita riuscirà, da semidio e non da Dio del deserto, a condurre tutti i suoi piani in porto, fino a quando non si dovrà scontrare con un ostacolo più grande di lui, un Dio vero .

I romanzi egizi di Wilbur Smith sono sempre grandi avventure e ci offrono uno scenario dell’antico egitto molto diverso da quello che conosciamo, con finestre sulla quotidianità e sui rituali tradizionali che non avremmo altro modo di conoscere.

La trama non è molto avvincente, se si cerca l’avventura, ma abbastanza piacevole da trovare sempre la voglia di leggere ancora una pagina per vedere dove ci porterà l’intraprendenza del grande Taita.

— un paragrafo significativo —

Il ruolo da me svolto in tale rinascita non può definirsi del tutto insignificante. Per natura non sono incline a vantarmi, ma in questo caso posso affermare senza timore di smentite che, se non vi fossi stato io a guidare e consigliare la mia padrona e suo figlio, il principe ereditario Memnone che è attualmente il  Faraone Tamose, loro due non avrebbero mai raggiunto il loro scopo.
Fra i numerosi altri servigi che le ho fornito figura la costruzione dei primi carri con ruote a raggi, più leggeri e veloci di quelli degli hyksos, dotati solo di ruote in legno massiccio. Trovai poi i cavalli per tirarli. Quando fummo pronti il Faraone Tamose, ormai diventato uomo, guidò il nostro nuovo esercito attraverso le cateratte, in direzione nord, tornando in Egitto.
Il capo degli invasori hyksos si faceva chiamare re Salitis ma non era affatto un re, tutt’al più un semplice nobile ribelle e un fuorilegge. L’esercito al suo comando, tuttavia, vantava una superiorità numerica di quasi due a uno su noi egizi, ed era ben equipaggiato e feroce.
Li cogliemmo però alla sprovvista e, a Tebe, combattemmo una battaglia campale contro di loro. Facemmo a pezzi i loro carri e sterminammo i loro uomini. Li costringemmo a tornare di corsa verso nord, in rotta. Lasciarono sul campo di battaglia diecimila cadaveri e duemila carri distrutti.
Inflissero tuttavia massicce perdite alle nostre valorose truppe, tanto che non fummo in grado di inseguirli e annientarli completamente. Da allora gli hyksos sono appostati nel delta del Nilo.

— la presentazione ufficiale —

Taita il mago. Il medico. Il poeta, il consigliere intimo del faraone Mamose e poi del figlio, Tamose. Taita, l’uomo che regge nell’ombra le sorti dell’Egitto. Non c’è pace per lui, tanto più ora che ha avuto anche l’arduo compito di occuparsi, come tutore e mentore, delle due vivaci figlie dell’amata regina Lostris. Tehuti e Bakatha, così intelligenti, passionali e così uguali alla madre, di cui Taita è stato amante spirituale e di cui ha raccolto le ultime parole sul letto di morte. A complicare la non facile situazione si aggiungono gli affari di stato e la minaccia degli Hyksos. Che hanno ormai invaso il delta del Nilo. Costringendo il faraone a ritirarsi nel sud del paese. Per tentare di scacciarli Taita dovrà chiedere l’appoggio del re di Creta, il potente Minosse. Ma ogni alleanza vuole un pegno in cambio. E il pegno è un sacrificio estremo per Taita. A malincuore parte su una flotta diretta a Creta, che porta in dono a Minosse due vergini, Tehuti e Bakatha. Ma le due giovani, più inclini alle regole del cuore che alla ragion di stato, si innamorano del luogotenente di Taita e di un soldato della flotta e il sacerdote teme che le trattative con Minosse possano saltare. Tra mille peripezie, avventure e visite a luoghi esotici e pieni di meraviglie, come Babilonia e Sidone, Taita riesce finalmente a sbarcare a Creta. Ma minacce ancora più imponenti incombono sul suo destino…

Il Dio del deserto

Il dio del deserto ultima modifica: 2015-01-01T17:49:46+00:00 da admin-Salvatore
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