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Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

il centenario che saltò dalla finestra e scomparveA chi non piacerebbe avere una vita come quella di Allan Karlsson?

Non tanto perchè ha vissuto più di 100 anni e neanche perchè a 100 anni suonati è in grado di saltare da una finestra e andare all’avventura in giro per la Svezia .

E neanche perchè nella sua vita ha conosciuto l’amore, ma anche l’amicizia e mai l’odio.

E neanche perchè ha passato il suo secolo e passa di vita in pace con tutti, anche se qualcuno era chiaramente in guerra con lui .

La fortuna di Allan è stata quella di non aver mai avuto in tutta la sua vita un impegno serio, 100 anni presi con leggerezza, in cui ha fatto solo quello che ha voluto, quando lo ha voluto. E anche non volendo si è trovato, novello Forrest Gump, ma con una conoscenza profonda della vita, al centro dei più grandi avvenimenti della sua epoca, addirittura li ha guidati riservatamente ma in modo decisivo verso la storia così come la conosciamo.

Si è trovato spesso nei guai, ma li ha superati con un’arma spesso sottovalutata: la verità. Forse perchè, votato alla spensieratezza, era troppo complicato inventare bugie, ma dire sempre la verità gli ha sempre portato fortuna, anche nelle situazioni più complicate.

Certo un po’ di sfortuna l’ha avuta, con la vita ed il vizio delle sostanze esplosive che lo ha portato ovunque nel mondo dove ci fosse una guerra in corso, guerre che non lo riguardavano, ma a cui ha attivamente partecipato, senza mai essere il nemico di qualcuno.

Una vita molto avventurosa quella di Allan, che ci viene raccontata mentre ne sta vivendo un’altra. Troppo confezionato l’ambiente della casa per anziani dove si trova costretto a vivere, decide di fuggire da li senza sapere dove andare. E si ritrova ricercato da una banda di malviventi e dalla polizia e con un mucchio di soldi da spendere con i suoi nuovi amici, un cane ed un elefante.

Ho scelto di leggere questo libro solo perchè il titolo mi ha incuriosito, faccio spesso così, e non ho sbagliato, venendo a sapere solo in seguito che il romanzo è stato un vero caso letterario in Svezia, secondo solo alla Trilogia di Uomini che odiano le donne (in sintesi belli da leggere il primo ed il terzo, il secondo no, ma va letto per arrivare al terzo).

Divertente, anche istruttivo per un ripasso di storia e geografia, molto molto originale e come detto induce qualche riflessione su come comportarsi se siamo stressati dalla vita.

— un paragrafo significativo —

La stanza ovale era in effetti ovale come se l’era immaginata. Adesso Allan si trovava lì, seduto davanti al suo compagno di bevute di Los Alamos, ad ascoltare ciò che aveva da dire.
La faccenda era la seguente: il presidente era costantemente tampinato da una donna che per motivi di carattere politico non poteva ignorare. La tipa in questione si chiamava Song Meiling. Allan ne aveva sentito parlare? No?
Comunque sia, era la bellissima moglie del capo del Kuo­min­tang cinese, Chiang Kai-shek. Aveva studiato in America, era un’ottima amica della signora Roosevelt, attirava migliaia di persone ovunque apparisse e aveva tenuto un numero infinito di discorsi al Congresso. Ora, la signora stava perseguitando il presidente Truman affinché questi mantenesse le promesse fatte dal presidente Roosevelt circa la lotta al comunismo.
“Lo sapevo che si ricadeva di nuovo in politica,” commentò Allan.
“È piuttosto difficile evitare l’argomento se sei il presidente degli Stati Uniti,” ribatté Truman.
Per il momento tirava vento di bonaccia tra il Kuomintang e i comunisti, visto che entrambe le fazioni erano impegnate in un fronte comune in Manciuria, ma subito dopo la capitolazione dei giapponesi le lotte intestine tra i cinesi sarebbero sicuramente riprese.

“Come fai a essere sicuro che i giapponesi capitoleranno?” chiese Allan.

“Sei tu che dovresti saperlo,” rispose il presidente prima di cambiare argomento.
Quindi riprese la sua disquisizione – incredibilmente noiosa – sull’evolversi della situazione in Cina. Secondo i rapporti pervenuti dai servizi segreti americani i comunisti godevano del vento a favore, mentre gli stessi servizi segreti erano fortemente in disaccordo con la tattica militare portata avanti da Chiang Kai-shek. Quest’ultimo puntava a mantenere il controllo sulle città, lasciando campo libero alla diffusione del comunismo nel resto del paese. Gli agenti americani avrebbero potuto liquidare senza alcun problema il capo dei comunisti, Mao Tse-tung, ma in quel caso c’era il rischio che le sue idee attecchissero ancora di più tra la popolazione. Persino la moglie di Chiang Kai-shek, l’irritante Song Meiling, aveva capito che bisognava fare qualcosa di più, e per questo motivo aveva ordito un piano militare alternativo da mettere in atto parallelamente a quello del consorte.
Il presidente si dilungò su questo piano alternativo, ma Allan aveva smesso di ascoltare concentrando invece l’attenzione sulla stanza ovale. Si chiedeva se le finestre fossero munite di vetri antiproiettile, dove conducesse la porta a sinistra, e rimuginava sul fatto che non doveva essere facile portare in tintoria quel gigantesco tappeto… Infine fu costretto a interrompere il presidente, prima che a questi venisse in mente di fargli delle domande sull’argomento.
“Scusa, Harry, ma cosa vuoi che faccia?”
“Si tratta, come ti dicevo, di fermare l’avanzata dei comunisti nel paese…”
“E cosa vuoi che faccia?”
“Song Meiling esige da parte degli americani un supporto militare più consistente, il che significa che pretende ulteriori integrazioni agli armamenti già messi a disposizione finora.”
“E cosa vuoi che faccia?”
La terza volta che Allan tornò a porre la domanda il presidente tacque per prendere fiato. Poi disse:
“Voglio che tu vada in Cina a fare saltare in aria i ponti.”

— la presentazione ufficiale —
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Bompiani – Feltrinelli IT

Allan Karlsson compie cento anni e per l’occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna con tutte le autorità. Allan però è di un’altra idea. Così decide di punto in bianco di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell’unico luogo dove la megera direttrice dell’istituto non può riacciuffarlo alla stazione degli autobus per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell’attesa del primo pullman in partenza Allan si imbatte in un ceffo strano giovane biondo e troppo fiducioso che l’attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all’ingombrante valigia cui si accompagna il giovane chiede ad Allan con una certa scortesia di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato il biondo quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l’allarme e così vi sale naturalmente portando con sé quella grossa misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l’arzillo vecchietto. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino.

il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve ultima modifica: 2013-06-28T20:28:06+00:00 da admin-Salvatore
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